La strategia difensiva nel diritto penale: la collaborazione

Professionalità e umanità al servizio della persona

La strategia difensiva nel diritto penale: la collaborazione

Nell’ambito dell’attività forense viene molto discusso quale sia la strategia difensiva migliore nell’ambito di una difesa penale.

Dalla mia esperienza ho potuto appurare che non esiste una strategia regina ma ve ne è una per ciascun caso. È quindi il dossier che determina quella che è la miglior strategia difensiva.

  1. Le tre strategie

Accademicamente le strategie difensive possono essere tre:

  • La collaborazione con l’autorità inquirente;
  • Il silenzio;
  • La menzogna.

Importante, fatto questo molto sottovalutato nella prassi, come la scelta della strategia difensiva debba essere fatta fin da principio e meglio dal primo interrogatorio. Un cambio di strategia in corso d’inchiesta è assolutamente controproducente e compromette la posizione dell’imputato. 

In questo mio primo articolo affronterò la collaborazione come prima strategia difensiva.

2. La collaborazione

La collaborazione ha delle conseguenze molteplici, sia sull’andamento e le tempistiche dell’inchiesta sia sulla pena.

Sulle conseguenze che la collaborazione comporta sull’inchiesta va sicuramente citato l’impatto che questa ha sulle tempistiche. In particolare, il periodo di tempo che si passa in detenzione preventiva, e meglio la detenzione durante l’inchiesta, è drasticamente limitato, vie è di più, in molti casi una collaborazione spontanea al primo interrogatorio comporta inoltre la possibilità di evitare una detenzione.

Altro aspetto molto importante sulla collaborazione è la credibilità dell’imputato. Infatti, una collaborazione lineare e costante fin dal primo interrogatorio rende le dichiarazioni dell’imputato credibili e veritiere.

Ciò ha per conseguenza che laddove vi siano dichiarazioni contradditorie con altri coimputati o con la vittima, la linearità e la costanza dell’imputato lo renderanno più credibile agli occhi delle autorità inquirenti e del giudice. Tale fatto permette quindi di evitare di essere imputati per dei fatti che un altro coimputato allega se egli è meno credibile poiché scostante o non lineare nelle dichiarazioni. Oppure permette di contraddire una versione resa dalla vittima scostante e contradditoria.

La collaborazione può quindi essere manipolata a favore dell’imputato in determinate circostanze. Un gioco molto delicato che permette in alcuni casi di evitare circostanziate imputazioni.

Infine, come detto la collaborazione ha un impatto importante nella commisurazione della pena che può essere ridotta anche in modo importante dal giudice soprattutto se a questa si aggiunge un sincero pentimento da parte dell’imputato.

3. L’errore da non fare

Importante sul tema della collaborazione è evitare la collaborazione che io definisco “a singhiozzi”. Questo modo di agire non può essere considerato collaborazione e non verrà considerato tale neppure dall’autorità inquirente compromettendo definitivamente la credibilità dell’imputato.

È meglio invece collaborare da subito e ogni volta che viene sottoposto un nuovo elemento dall’autorità inquirente.

4. Quando ricorrere alla collaborazione

Pertanto, quando collaborare? Non vi è una risposta univoca, tuttavia dalla mia esperienza la collaborazione è necessaria ed è l’unica via percorribile nelle seguenti circostanze:

  • la presenza di più coimputati, perché è difficile che più coimputati abbiano concordato una sola versione prima di commettere un atto delittuoso coordinato, ancor più difficile che uno di loro non “canti”. In tali casi è importante collaborare poiché permette di essere il più credibile del gruppo e contrastare in corso d’inchiesta puntuali circostanze allegate dai coimputati;
  • una lunga inchiesta preliminare da parte della polizia giudiziaria, anche se per l’avvocato è difficile capire al primo interrogatorio che elementi di prova possiedono gli inquirenti, è invece evidente capire come l’arresto in questione sia arrivato dopo una lunga inchiesta. In questi casi spesso è inutile tentare un approccio diverso dalla collaborazione, o meglio l’unica altra strategia possibile è il silenzio. Tentare di non collaborare non porterà da nessuna parte e sarà assolutamente controproducente all’imputato.
  • un caso chiaro, se i fatti sono evidenti, come un incidente stradale, non vi è altra strada percorribile se non la collaborazione, che permetterà di ottenere un’inchiesta celere e una pena drasticamente ridotta.

5. Conclusione e prossimo articolo

In conclusione sulla collaborazione, è importante non sottovalutare tale strategia, che non significa arrendersi alle autorità inquirenti, ma bensì permette di ottenere il meglio da una situazione complicata come quella di un’inchiesta penale.

Nel prossimo articolo affronterò le altre due strategie difensive, il silenzio e la menzogna.

Avv. Mattia Cogliati

Esperto in diritto e procedura penale

© Tutti i diritti riservati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *